Gli Ipogei urbani


In Via San Domenico, nei pressi della Chiesa dei Morti, e di fronte a Piazza Purgatorio, ci sono gli Ipogei Urbani.


Di proprietà di un privato, gli Ipogei sono stati concessi al lavoro di ricerca e di studio che l'associazione Ipogei di Foggia sta conducendo, per riscoprire la storia del periodo federiciano, ed il calpestio del piano interrato dell'antico Palatium. Palatium che, molto probabilmente si estendeva proprio in quella zona e sotto Piazza Purgatorio. Pare, infatti, che al secondo livello ci fossero dei pozzi per la raccolta del grano, ed i muri testimoniano una datazione che risale al periodo medioevale, e al 1223, anno in cui fu costruita la reggia di Federico II a Foggia.

Su Lettere Meridiane di Geppe Inserra un articolo del 12 Ottobre 2014 sostiene proprio quanto da ormai qualche anno pare stia diventando un'acclarata verità storica. Il giornalista foggiano così scrive: 

"Parlare degli ipogei urbani a Foggia, è come toccare un nervo scoperto. L’interesse scientifico verso la materia è relativamente recente, e lo si deve soprattutto a Giuliano Volpe, un archeologo che non esita a metterci la faccia, quando si tratta di capire il passato, e di valorizzarlo. È stato Volpe a firmare lo studio divenuto parte delle analisi del Pug e purtroppo non adeguatamente valorizzato dall'amministrazione comunale.
A dirla tutta, prima che arrivasse Giuliano Volpe gli ambienti accademici erano stati spesso sospettosi sugli ipogei, il cui fascino e il cui mistero s’intrecciano con un altro grande mistero: la precisa natura e l’esatta posizione del palazzo regale di Federico II.
Si deve alla tenacia e alla caparbietà di studiosi non strettamente accademici come Luigi Colapietra, segretario dell’Associazione Ipogei Foggia se su quel mistero si è cominciato a fare luce.
Mettiamola così: buona parte della storia di Foggia sta ancora nelle sue viscere. Il sottosuolo urbano è un intrico di cavità, che sovente si sovrappongono l’una all’altra, mescolando epoche e funzioni. Altrove ci si danna per restituire senso e valorizzare questi beni culturali. Purtroppo non a Foggia, o almeno non ancora.
Le stesse immagini sono scarse, protette da diritti d’autore di fotografi ed editori. E non dovrebbe essere così. Come può essere amato, metabolizzato, sentito come tratto costitutivo d’identità un bene culturale che non viene fatto conoscere, documentato e offerto alla pubblica fruizione?
Qualcosa per fortuna si muove. L’ipogeo più importante e più studiato, di proprietà privata (ma per fortuna di un privato che consente di visitarlo e di indagarlo) è quello di via San Domenico. Qui l’Associazione Ipogei Foggia ha compiuto degli scavi che hanno probabilmente consentito di venire a capo del mistero della reggia di Federico II. E per fortuna tutto questo è documentato in un cortometraggio molto bello e interessante, realizzato  da Potito Chiummarulo, fotoreporter sui generis, sempre molto attento e scrupoloso quando si tratta di lasciare traccia delle belle cose che accadono a Foggia.
Come dice la guida Franca Palese, sono muri che parlano quelli dell’ipogeo, che scende sotto il livello stradale per ben due livelli, svelando un’inaudita bellezza e forse offrendo tracce decisive del palazzo di Federico, ben visibili nel video.
Luigi Colapietra non ha dubbi: nel secondo livello si trovano resti della reggia di Federico II e s’intravede la mano del più insigne architetto dell’epoca, Bartolomeo da Foggia.
Grazie a Chiummarulo per questo prezioso documento. Guardatelo, gustatelo, amatelo, condividetelo".

Vi propongo, perciò, di seguito anche il video di Potito Chiummarulo sugli Ipogei.


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