Diana Spencer
A vent’anni dalla sua scomparsa, retorica
a parte, capisco tutte le ragioni della principessa triste, che aveva
sposato Carlo sperando di vivere una bella favola d’amore.
Ciò che però non riesco a perdonarle, nel giudizio postumo, è l’aver dimenticato che il suo ruolo era soprattutto politico.
Una regina conosce la ragion di stato,
non soltanto quella della sua propria famiglia. Il suo compito andava
ben oltre quello della moglie innamorata (e poi ferita) e della madre
devota.
Qui Diana è caduta, probabilmente perché
non è stata aiutata dai Reali, ma anche perché lei stessa non conosceva
la portata ed il significato storico di quel ruolo, che ha interpretato
in solitudine, rifiutando di avere accanto a sé un uomo che l’aveva
sposata senza amore, e che non l’avrebbe voluta vicina come futura
Regina e Sovrana.
Questa è la grande differenza che segna
un solco profondo con Elisabetta, e che avrebbe allontanato per sempre
le due donne. Ed è la differenza che si legge nei diversi comportamenti
adottati da chi è di sangue reale, rispetto a chi non lo è.
Carlo ha dato scandalo, per la sua storia
d’amore con Camilla. Ma, a maggior ragione i flirt di Diana con
numerosi accompagnatori, dopo la separazione dal marito, hanno messo in
difficoltà la corona inglese, creando turbamenti e malumore a corte,
alla faccia del bon ton.
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