Le Quattro Rivoluzioni Industriali e l'industria 4.0



La Prima Rivoluzione Industriale


Ne è passato di tempo dalla Prima Rivoluzione Industriale. Quella che si studia nei libri di storia, e che è datata negli anni che vanno dal 1750 al 1770.

La Prima Rivoluzione Industriale inizia in Inghilterra, e si diffonde poi nel resto d'Europa, negli anni successivi, fin quasi a tutto l'Ottocento.

Si tratta della rivoluzione che crea l'urbanizzazione, affollando le città, luoghi in cui si trasferiscono le famiglie mononucleari, dalla campagna, abbandonando i nonni, ormai anziani. 

Ma è anche l'epoca del sovraffollamento, dei ghetti proletari, dove gli operai vivono ammassati in tuguri di poco più di una stanza, per più di dieci persone, comprendenti genitori e figli, la prole, unica ricchezza del ceto operaio.

In quegli anni la donna esce di casa, per andare a lavorare in fabbrica; ma a lavorare ci vanno anche i bambini, che dovrebbero essere a scuola. Iniziano, così, la questione femminile, e quella del lavoro minorile, due enormi piaghe sociali della modernità.

La Prima Rivoluzione Industriale è inconcepibile senza la protoindustrializzazione, periodo precedente alla Rivoluzione Industriale propriamente detta, che coincide con uno sviluppo preindustriale dell'agricoltura, che si sviluppa in maniera intensiva, sfruttando al massimo la fertilità del suolo; migliorando la resa delle coltivazioni; aumentando la quantità di alimenti a disposizione delle famiglie dei lavoratori; e consentendo condizioni più elevate di vita in generale, e incremento demografico.

La Rivoluzione Industriale non avrebbe però mai avuto inizio senza l'introduzione delle macchine, in particolare della macchina a vapore di James Watt; ma anche della spoletta volante e del filatoio meccanico.

Lo sviluppo inizia in Inghilterra, che è zona ricca di giacimenti minerari, che costituiscono le materie prime del settore siderurgico.

Ma il primo settore industriale è quello legato alla produzione tessile. Solo secondariamente si sviluppa la siderurgia.

Grazie all'applicazione della macchina a vapore, migliorano anche i trasporti, con il treno a vapore e il battello a vapore, che permette di navigare lungo il corso dei fiumi, per trasportare materiali e prodotti finiti.

L'era industriale è quella della divisione del lavoro, che viene parcellizzato e tradotto in segmenti operativi, le cui singole azioni possono essere rappresentate, in sequenza, alla catena di montaggio del nastro trasportatore.

Ma questa estrema scomposizione dell'opera manuale dell'operaio sarà poi la causa dell'alienazione del lavoro di fabbrica, denunciata da Marx, filosofo estremamente critico e pessimista riguardo alla rivoluzione industriale e ai suoi presunti effetti positivi sulla società.

Di tutt'altro parere sarà invece Smith, il quale in maniera ottimistica guarderà all'aumento della moneta liquida circolante, alla costruzione di nuovi posti di lavoro, alla ricchezza che il processo industriale genererà nel mondo, facendo coincidere questi elementi con una più generale teoria dello sviluppo sociale.

In ogni caso, la storia ci dice che, benché le condizioni del ceto operaio fossero oggettivamente pessime, i giovani preferivano comunque abbandonare la campagna per guadagni da loro reputati più redditizi in città, nei luoghi di fabbrica.

Un'altra tesi, sulla genesi della Prima Rivoluzione Industriale, sostiene, difatti, che non vi sarebbe stato alcuno sviluppo, né alcun passaggio dalla società rurale a quella industriale, se non ci fossero stati capitali ingenti, messi dagli imprenditori a disposizione del progresso, per acquistare materie prime e mezzi utili alla lavorazione, come le stesse macchine e la forza lavoro degli operai, pagata alla stregua di una merce.

La Seconda Rivoluzione Industriale


La Seconda Rivoluzione Industriale coincide con gli anni della Belle Epoque, e dello sviluppo conseguente alla comparsa, per uso industriale e privato, dell'energia elettrica. 


Ma è anche la rivoluzione dell'industria chimica, dei coloranti e degli agenti che permettono di modificare la qualità e i colori dei tessuti. 


Questa rivoluzione inizia nella Germania di Bismarck e si diffonde, nel Novecento, in tutta Europa, determinando la nascita della società di massa, dove i cittadini, prima che esseri umani, venivano visti come potenziali consumatori dei prodotti di scambio, in uscita dalle fabbriche. 


La Seconda Rivoluzione Industriale compie, perfezionandola, la divisione scientifica del lavoro di Ford e Taylor, i due ingegneri americani che avevano ipotizzato un implemento di produzione, attraverso l'uso della catena di montaggio, e la scomposizione del lavoro in piccoli segmenti operativi, ciascuno svolto da un solo operaio, per aumentare la velocità di produzione e il numero dei prodotti finiti, lavorati in giornata. 


Tutto ciò faceva scendere i prezzi allo scambio sul mercato, e rendeva competitivi i beni realizzati attraverso il lavoro di fabbrica, perché meno costosi dei prodotti di tipo artigianale.


La Seconda Rivoluzione Industriale, però, determinò anche l'alienazione sociale, psicologica, economica e religiosa dell'epoca moderna, finendo per isolare, gli uni dagli altri, gli operai, che non avevano più nulla di cui parlare, tra di loro e con i loro datori di lavoro, dando ragione a Marx, e alle parole da lui scritte nel capitale, dove il filosofo renano faceva una disamina critica della società industriale.


La spersonalizzazione del lavoro, e la conseguente perdita di identità umana e di soddisfazione personale del lavoratore, ridotto a merce di scambio, che non si realizzava più nel suo lavoro, ma che subiva, invece, l'alienazione della sua individualità nell'oggetto prodotto, come bene di consumo, destinato al mercato economico, furono tra le prime cause, insieme alle guerre, della comparsa dei disturbi mentali.


Le malattie della mente, molto diffuse nel Novecento, furono soprattutto autoisolamento, depressione, panico e fobie, di cui il ceto operaio, in primis, fu affetto sugli altri, colpito anche da tutte quelle patologie tipiche del lavoro di fabbrica, come perdita dell'udito; degli arti superiori; malattie dell'apparato respiratorio; danni alla vista.


Nei primi anni del Novecento nasce, difatti, la Psicoanalisi di Freud, per la cura e la riabilitazione del malato psichiatrico, affetto da nevrosi e psicosi maniaco depressive di tipo schizoide.


La Terza Rivoluzione Industriale


La Terza Rivoluzione Industriale ha avuto inizio subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, e coincide con gli anni della Guerra Fredda, della corsa agli armamenti, e dello sviluppo dell'informatica e della telematica, in ambito industriale e privato.


Le scoperte più eclatanti di questa rivoluzione sono i personal computer e, più tardi, i telefonini, poi detti cellulari e palmari, fino ad arrivare ai modelli attuali che sostituiscono tutte le funzioni di un pc da scrivania.


Anche internet, e lo spazio virtuale, sono un prodotto di questa rivoluzione che, piuttosto che scambiare merci e capitali in denaro, compra e vende informazioni.


Internet ha permesso poi la nascita di un mondo globale dove, per arrivare da una parte all'altra del pianeta, basta sedersi dietro uno schermo e azionare un click sul proprio mouse.


Anche la posta elettronica ha annullato le distanze, perché la mail giunge in tempo reale, pochi secondi dopo essere stata inviata. Si sono abbattuti, in questo modo, i tempi di viaggio della posta tradizionale, che impiega almeno qualche giorno per giungere a destinazione.


Nel lavoro di fabbrica, l'informatizzazione dei sistemi produttivi ha permesso di diversificare, in senso specialistico, le figure professionali e tecniche, immettendo nel mercato del lavoro operai specializzati ed ingegneri, oltre che informatici di formazione, che fossero in grado di programmare e dirigere le macchine deputate al controllo della produzione.


L'informatizzazione ha cambiato anche il mondo dell'istruzione, introducendo nelle aule scolastiche ed universitarie la Lim; i computer e gli ipad; le classi virtuali sulle piattaforme didattiche. Tutto ciò ha trasformato l'aula tradizionale in un laboratorio plusvalente, dematerializzando il libro cartaceo, che oggi si trova sempre più nella sua doppia versione, cartacea e liquida, online.


Gli elettrodomestici sono sempre più sofisticati, come tutti gli altri sistemi per la domotica intelligente, reperibili ormai in versione elettronica, piuttosto che meccanica.


E di questi risultati della Terza Rivoluzione Industriale si sono avvantaggiati anche il mondo dello sport e quello dei trasporti, le nostre automobili, ma anche i treni, ad alta velocità; gli aerei e le navi, dotati di radar e sensori molto sofisticati e di alta precisione.


La Quarta Rivoluzione Industriale e l'industria 4.0


La Quarta Rivoluzione Industriale o industria 4.0 prende il via in Germania, nel 2011, e viene concretamente attuata nel 2013.


In questi ultimi anni si sta diffondendo anche in paesi come la Francia, l'Inghilterra, e qui da noi, in Italia.


L'industria 4.0 utilizza le cosiddette tecnologie abilitanti, e fonde insieme le ultime frontiere della ricerca informatica e robotica, e della realtà aumentata, per consentire di svolgere al meglio, in ambiente protetto e osservabile, tutte quelle mansioni che precedentemente richiedevano tempo e spostamenti locali da parte dei tecnici e degli operatori interni all'ambiente di fabbrica.





Si va dallo studio della progettazione, con stampanti in 3D, alla pianificazione del magazzino, dove vengono utilizzati dei robot per il trasporto e lo smistamento delle merci finite.


La realtà aumentata, insieme all'informatica e alla robotica vengono invece utilizzate nel corso del processo produttivo vero e proprio, dove sono impiegati ingegneri altamente specializzati nei vari campi utili.


La Quarta Rivoluzione Industriale è l'ultima sfida posta dal progresso e dallo sviluppo scientifico e tecnologico della Prima Rivoluzione Industriale che ha avuto inizio nel lontano 1750, e che ha poi ricevuto il suo principale impulso nel 1765 con la scoperta della macchina a vapore.


Da allora sono  stati compiuti molti passi avanti, grazie alla collaborazione sempre più stretta tra scienza e tecnologia, che ormai sono inconcepibili separatamente.


Che posto avrà l'uomo in questa ulteriore frontiera della ricerca?

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