Streghe e inquisitori



Si avvicina Halloween, la notte delle streghe, che si celebra ormai da anni, secondo il rito pagano, il 31 ottobre, la notte della vigilia di Ognissanti del primo novembre.

Numerosi sono gli eventi organizzati per solennizzare la ricorrenza, sistematicamente condannata o, nel migliore dei casi, ignorata da chi si reputa credente.

Io non eccepisco nulla, perché concordo nel ritenere che questa festa ricordi le abitudini feroci dell'inquisizione medioevale, che condannava a morte, per eresia e stregoneria, donne particolarmente avvenenti, ree di essere contrarie ai riti della chiesa cattolica, e imputate, perciò, di intrattenere rapporti carnali col diavolo in persona.

Ma, indipendentemente dalla memoria storica di questa ricorrenza, a mio parere persone di cultura, ed intellettuali di ogni credo religioso, dovrebbero cercare di interpretare, piuttosto che condannare senza appello.

Halloween è una festa che ha lontane origini, che si perdono in racconti leggendari sulle anime dei morti, le quali vagano di notte con la loro lanterna, uscendo dalle tombe.

I riti stregoneschi e le successive condanne al rogo, per chi veniva condannato, mi ricordano i tribunali dell’inquisizione con i loro processi sommari, che imputavano la stregoneria anche a chi veniva soltanto segnalato ed individuato come sospetto.

Tra i condannati al rogo vi furono, nella storia, molti uomini e donne illustri, filosofi e scienziati che divennero vittime dell’Inquisizione.

Possiamo ricordare la matematica e astronoma greca Ippazia, che già aveva, come i pitagorici, immaginato una cosmologia eliocentrica, anticipando di molti secoli Copernico e Galilei.

Ma anche il filosofo Giordano Bruno, l’eroina Giovanna D’Arco. E lo stesso Galilei, che fu costretto ad abiurare la sua tesi astronomica sull’eliocentrismo per salvarsi la vita.

Storicamente <<le origini dell’Inquisizione vanno collocate tra la fine del XII sec. e gli inizi del XIII, quando la Santa Sede – ritenendo insufficienti alla repressione dell’eresia (soprattutto catara e valdese) i mezzi ordinari e l’autorità vescovile – nominò propri delegati inquisitori (Inquisitores) con l’incarico di ricercare e giudicare gli eretici.

Tribunali dell’Inquisizione presieduti da inquisitori permanenti furono istituiti nel 1231-35 in varie parti d’Europa da Gregorio IX, che nel 1235 affidò definitivamente l’Inquisizione ai domenicani; il privilegio fu esteso da Innocenzo IV ai frati minori (1246).

Il tribunale inquisitoriale ecclesiastico, in qualche modo prosecuzione di quello medievale, fu ripristinato in Spagna alla fine del XV sec., concluso il processo di unificazione territoriale della Penisola Iberica.

Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, che intendevano eliminare le minoranze etniche e religiose ebraiche e arabe al fine di favorire il processo di coesione nazionale anche attraverso una salda unità religiosa del paese, furono autorizzati da Sisto IV nel 1478 a nominare inquisitori di loro fiducia; nel 1483 fu autorizzata la nomina a inquisitore generale di un prelato spagnolo.

Con le Istruzioni emanate dal primo inquisitore generale T. de Torquemada, l’Inquisizione spagnola (definita correntemente come el Santo Oficio) può considerarsi definitivamente stabilita>>. (voce “inquisizione” in Enciclopedia Treccani online)

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