Shoah


Il 27 Gennaio si celebra la Shoah, in memoria del genocidio ebraico della Seconda Guerra Mondiale, quando vennero uccisi più di sei milioni di Ebrei, insieme ai carcerati comuni, ai dissidenti politici, ai comunisti, agli handicappati, e agli omosessuali, nelle camere a gas e nei forni crematori dei campi di sterminio nazisti.


L’Olocausto viene commemorato in memoria della stessa data del 1945, quando vennero aperti i cancelli di Auschwitz-Birkenau e si comprese l’orrore che avveniva nei lager, nati, inizialmente, come campi di lavoro forzato.


Da allora le testimonianze dei sopravvissuti sono state di supporto a quanti volessero ricostruire i fatti terribili, il tremendum, che avveniva lì dentro. E la realtà dei campi di sterminio è diventata parte integrante della verità storica che ricostruisce i giorni più bui del nazismo tedesco.


Molti hanno tentato, nel corso del tempo, di negare la verità di quegli stessi fatti, accaduti, nel silenzio di Dio, oltre i cancelli dei lager. Questo atteggiamento storico, è stato poi definito negazionismo, ed è oggi giudicato dalla legge come apologia di reato, perché tende a falsificare volutamente i fatti persecutori posti in essere dal regime nazista.


A distanza di più di settant’anni dall’Olocausto, cominciano a mancare le testimonianze dirette di quei fatti, perché si sta riducendo notevolmente il numero dei sopravvissuti della Shoah ancora viventi.

Il nodo più problematico della questione è costituito proprio dalla memoria viva dello sterminio, che potrebbe spegnersi del tutto, quando verranno a mancare anche le ultime testimonianze vive e le voci dei sopravvissuti scompariranno dalla scena della storia umana.


Proclamare, allora, il mai più, davanti all’orrore di quei tragici eventi del Novecento, potrebbe diventare difficile, quando a parlare dell’Olocausto resteranno solo ed unicamente le fredde pagine di storia dei libri scolastici.


Perciò bisogna ricordare, per mantenere viva la memoria del tremendum, che per alcuni anni avvolse come un cupo mantello nero la storia umana.

Per non dimenticare. E continuare a proclamare scientemente il nostro “mai più”.

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