Il Carnevale tra storia e tradizione



Il Carnevale è una festa molto antica, e trae le sue origini dai Baccanali e dalle Dionisiache greche e dai Saturnali romani. Il suo significato, però, è oggi legato, come il suo nome, ad una ricorrenza religiosa. Carnem levare, fare a meno della carne, è il significato etimologico della parola. La festività, infatti, dal Medioevo in poi, ha voluto rappresentare soprattutto il giorno di martedì grasso, che precede il mercoledì delle ceneri, e che è l’ultimo momento di festa, prima dell’inizio della Quaresima, con i suoi quaranta giorni di astinenza. Già dall’antichità si utilizzavano le maschere per rendersi irriconoscibili agli altri. Molti esprimevano, coprendosi il volto, e nascondendo il loro reale profilo, il desiderio recondito di essere diversi. Ma la maschera finiva poi per significare il vero personaggio, con quelle caratteristiche tipiche del temperamento individuale, spesso represse per buona educazione o a causa delle convenzioni sociali. La maschera, generalmente, ha fattezze mostruose, svelando sentimenti oscuri e inconsci, che la ragione vorrebbe nascondere anche a se stessa. Il Carnevale esprime il caos, il tempo in cui tutto è lecito e permesso. Semel in anno licet insanire, dicevano i latini. Almeno una volta all’anno è lecito perdere il senno. Così, durante le feste di carnevale, ogni scherzo vale, ed è possibile fare quello che non è conveniente nel tempo ordinario. Sapendo bene, tuttavia, che il momento della follia è breve e passeggero, e lascerà spazio al silenzio e alla meditazione successiva, per commemorare i quaranta giorni di sofferenza e di tentazioni di Gesù nel deserto.



Molte sono le tradizioni carnascialesche italiane. Noto a tutti è il celebre Carnevale di Venezia, con le sue maschere tipiche (in foto). A Venezia, nei giorni di festa, è d’uso girare per le strade cittadine mascherati. Maschere giungono da tutto il mondo nella città interamente edificata sull’acqua.



Noti sono, in Italia, anche il Carnevale di Viareggio, quello pugliese di Putignano e quello di Manfredonia, a pochi chilometri da Foggia, con le loro sfilate di carri allegorici.



La tradizione italiana del Carnevale è anche testimoniata dalle maschere tipiche di personaggi che provengono dalle zone dove la festa è più sentita tra la gente. Arlecchino, il servo sciocco, è bergamasco, come il suo collega, Brighella, più furbo e opportunista. Pulcinella è un contadino, attore, napoletano. Colombina è la servetta veneziana come il vecchio e avaro mercante Pantalone. Balanzone è il dottore saccente di Bologna.

Ma il Carnevale è festeggiato in tutto il mondo, come prova la tradizione brasiliana di Rio de Janeiro, che ha, anche essa, cadenza annuale. 

Nel periodo di Carnevale si mangiano molti dolciumi tipici, come le chiacchiere. Ma anche le frittelle, salate e dolci, e le pizze rustiche. Non mancano i confetti colorati che vengono lanciati in aria, per fare festa, insieme ai coriandoli e alle stelle filanti.

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